Il mio atelier

C’è a Verona un angolo di mondo dove il tempo si è fermato e tutto è in equilibrio, nel segno della migliore tradizione.

È lo studio dell’artista Iglis Zorzi

Barbara Ghisi, gallerista

Iglis Zorzi è pittore e architetto. È nato a Verona nel 1943 dove ha coltivato fin da bambino la passione per

l’arte e la pittura. 

La mia storia

 

Da giovane pittore ha frequentato l’atelier della pittrice Biancarosa Comolli; più saltuariamente ha dipinto negli studi di Pino Casarini, Renato Dorigatti e Pio Semeghini a cui si è avvicinato per affinare la tecnica pittorica. 

Ha esordito con la prima mostra personale a 14 anni presso la galleria La Cornice in piazza Brà, nel cuore di Verona. Nel 1964 ha ricevuto a Sperlonga il secondo premio nell’estemporanea con Camminando per Sperlonga con Domenico Purificato in giuria. Nel 1965 è stato invitato ad inaugurare la Galleria d’Arte Fra Giocondo con una sua personale, a riconoscimento di un premio ricevuto. 

Nel 1973 presso la Galleria d’arte S. Luca di Verona presenta una nuova mostra dal titolo IGLIS ZORZI. Nel 2012, dopo anni di ricerca e produzione personale, torna ad esporre con la mostra Il giardino di Iglis alla Galleria Spazio 6 ai Giardini Giusti di Verona e in numerose altre occasioni e collettive.

L’attività pittorica di Iglis Zorzi prosegue assieme all’attività professionale di architetto. Ha affrontato, nel corso della sua attività professionale, progetti di restauro, riqualificazione e nuova costruzione di edifici a uso residenziale privato, ospedaliero, alberghiero e commerciale.

Lettera di un amico

di Marco Cossu

Sono bellissimi, sono stupendi.

Sei riuscito a immortalare nei tuoi dipinti tutto il dinamismo spettacolare del nostro mare, che conosco bene e mi fermo a contemplare nelle giornate particolari estive subito dopo il vento di maestrale. I bellissimi colori che hai usato li riconosco come quelli della mia terra: il blu intenso del mare, il verde smeraldo, i colori caldi degli scogli di Portobello

Il panorama limpido che avvolge le tue opere è fedele a quello della Sardegna, da noi è quasi sempre così. Dovresti essere qui in certe giornate di primavera, tra marzo e aprile, quando da Portobello guardando la Corsica è possibile di distinguere le case di Bonifacio, in questa immagine i protagonisti sono il verde del parco di Portobello e il meraviglioso azzurro del nostro mare.

Soprattutto di questi tempi abbiamo bisogno di cose belle da guardare e di poterci soffermare a contemplare la bellezza.

L’acqua tanto amata, simbolo di libertà e vita, per l’artista rappresenta sempre una sfida; le onde sono dipinte tocco dopo tocco senza mai velocizzare la pennellata, ma descrivendo come in un racconto il loro percorso. Tra la cresta e la discesa fino a farle perdere nell’insieme del mare che le ingoia, ad una ad una, per poi lanciarle con i loro reflussi sulla riva.

Poi le onde lasciano lo spazio alle rocce. Le rocce delle rive sarde che si stagliano ai lati delle opere come per creare una scenografia, un palcoscenico dove si svolge la commedia della vita. Le nuvole, corpose e materiche come le onde e addirittura come le rocce. Le nuvole sembrano di pietra azzurra, ma sono leggere e vibranti al tempo stesso. Ci si aspetta a breve l’arrivo della pioggia, tanto sono piene di materia e incombenti nel cielo. Ancora una volta si attende qualcosa come se il dipinto fosse in movimento, in divenire.

Dalla critica di Barbara Ghisi

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